Nella prima parte di questo articolo ho avuto modo di sottolineare come l’adozione di gatti non debba mai essere presa con leggerezza, ma richieda un certo grado di responsabilità.
Questo perché essa implica occuparsi di un essere vivente che ha il nostro stesso diritto alla felicità, con la differenza che molte delle cose che lo riguarderanno – dallo stile di vita a come verrà alimentato, dalle esperienze che avrà la possibilità di fare alle chance di diventare un individuo adulto ed equilibrato – dipendono esclusivamente da noi.
La nostra voglia di impegnarci e di sacrificare un po’ del nostro tempo e dei nostri spazi per farlo vivere nel miglior modo possibile va vagliata con estrema attenzione.
Adozione di gatti: le 9 domande da farsi
Vediamo allora, una ad una, quali sono le domande più comuni che è bene porsi prima di fare una scelta così importante.
1. Ho lo spazio adeguato?
Può sembrare una banalità perché i gatti sono animali apparentemente adattabili ad una grande varietà di ambienti.
Tuttavia, non sono tutti uguali ed alcuni hanno dei bisogni molto peculiari legati alla disponibilità di spazio, uno spazio inteso non solo come “casa grande” ma anche, ad esempio, possibilità di uscire all’esterno in una zona non troppo trafficata, di arrampicare, di correre, di cacciare, di esplorare e, perché no, di esprimere il proprio gusto per la competizione difendendo il territorio dai gatti del quartiere.
Comunque la si metta, un bilocale di 30mq non è il luogo migliore dove ospitare un animale così bisognoso di muoversi e di impegnarsi mentalmente.
2. Ho tempo da dedicargli?
Un luogo comune pernicioso vuole che il gatto sia un animale “meno impegnativo” del cane, il che spesso si traduce nell’aspettativa che il gatto “faccia da sé” e non richieda alcuni tipo di dedizione quotidiana.
In realtà, il gatto è impegnativo almeno quanto il cane. Questo vale soprattutto (ma non esclusivamente) per il micio che vive in casa: la possibilità di impegnarsi fisicamente e mentalmente in qualche attività diversa dal dormire o mangiare, dipende esclusivamente da quello che il proprietario propone.
Essere creativi, fantasiosi, fornire occasioni sempre nuove e diversificate per intrattenerlo mettendo a frutto la sua individualità, diventa un vero e proprio dovere del proprietario che, di conseguenza, deve essere presente e rendersi disponibile quotidianamente.
3. Posso investirci del denaro?
Sembra una sciocchezza eppure è necessario mettere in conto che l’assistenza medica e i costi relativi rappresentano un dovere da sostenere appena il gatto ne ha bisogno.
Se non siamo in grado di affrontare gli imprevisti che possono capitare, se ci appare dispendioso l’acquisto di cibo di buona qualità o se pensiamo di non arrivare a fine mese, forse è il caso di rimandare la scelta dell’adozione di gatti a momenti economicamente più favorevoli.
4. Ho già un altro gatto?
Ricordate la pubblicità del Maxibon, in cui un giovanissimo Stefano Accorsi gongolava con un gelato al biscotto in mano, esclamando “du gust is megl che one!”?
Ecco, i gatti non sono gelati da consumare ma esseri viventi con una socialità complessa ed una propensione alla convivenza con i propri simili che non sempre si traduce in aperta accoglienza.
Se avete già altri gatti (soprattutto se ne avete un certo numero o se avete un gruppo ben consolidato), sappiate che l’inserimento di un nuovo individuo cambierà tutti gli equilibri preesistenti e nessuno può garantirvi che lo farà in meglio.
I gatti sono animali sociali non obbligati, il che significa che la propensione alla vita sociale è totalmente personale ed individuale, non si può né imporre, né insegnare.
5. Il gatto preesistente è anziano?
I gatti anziani hanno bisogno di cure e attenzioni speciali, anche sul piano psicologico. Riorganizzare le proprie abitudini e le proprie mappe mentali in funzione dell’inserimento di un nuovo gatto (magari cucciolo e debordante di energie) potrebbe essere molto stressante e molto costoso in termini emotivi.
Pensateci molto bene, alcuni vecchietti meritano semplicemente di vivere il resto della loro vita nella maniera più serena possibile.
6. Ho altri animali? Magari un cane?
La scelta di adottare un gatto va messa in relazione anche con la presenza di altri animali in casa. I cani possono essere stressanti per alcuni gatti ma vale anche il viceversa.
Anche i conigli possono rappresentare dei conviventi piacevoli o spiacevoli a seconda della situazione familiare.
7. Qual è il clima tra i miei animali?
Se gli animali che ci sono già in casa manifestano problemi di convivenza (gatti ostili fra loro oppure cane/gatto in continuo conflitto), l’ultima cosa da fare è adottare un altro gatto.
Proprio in virtù del fatto che gli equilibri verranno stravolti, un ciclone in una situazione già caotica non servirà certo a creare serenità.
Se ci sono dei problemi, cercate di risolverli prima di pensare a qualunque estensione del gruppo sociale.
8. Ho posto per una lettiera in più?
Ebbene sì, un gatto in più significa automaticamente una lettiera in più (ma anche una ciotola di cibo, una di acqua e diverse postazioni di riposo).
Questo perché la regola aurea di buona gestione prevede che in casa siano presenti un numero di lettiere pari al numero dei gatti più una.
Sarebbe estremamente imprudente fare affidamento sul fatto che i gatti si possano adattare gioco-forza a condividere le lettiere già presenti.
Se la convivenza non dovesse decollare, infatti, qualcuno potrebbe decidere di eliminare sul vostro divano, piuttosto che usare una risorsa disponibile al nemico!
9. So come comportarmi per le ferie?
Le ferie sono un altro capitolo su cui riflettere. Cat-sitter, parenti, amici, pensione oppure gatto in vacanza con noi sono tutte soluzioni che vanno contemplate in anticipo per evitare che le ferie diventino una scusa per liberarsi del gatto appena giunta la stagione estiva.
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