Le vacanze estive pongono i compagni umani dei gatti davanti all’annoso dilemma di portare il gatto con se oppure affidare i felini ad un o una cat sitter che si occupi di loro.

In genere, si chiede di riempire le ciotole di acqua e cibo, di pulire le lettiere e di intrattenere un po’ i gatti in modo che facciano un minimo di attività fisica in attesa che la famiglia sia ricongiunga.

Tendenzialmente, si preferisce affidarsi a parenti o amici ai quali vengono lasciate le chiavi e le raccomandazioni del caso.

Questa è sempre, a mio avviso, la soluzione più auspicabile, perché i gatti hanno la possibilità di interagire con delle persone con cui hanno già una certa familiarità, il che le rende rassicuranti malgrado l’assenza del proprietario.

gatto in braccio

Come scegliere un buon Cat Sitter

A volte, tuttavia, è necessario rivolgersi ad un cat sitter, generalmente un estraneo/a che, dietro compenso, sia disponibile a visitare i gatti a domicilio una o più volte al giorno per occuparsi del loro benessere.

Ma quali sono le caratteristiche da ricercare in un/una buon/a cat sitter o quali sono i segnali da tenere d’occhio per capire se la persona che abbiamo di fronte potrebbe essere idonea a prendersi cura del nostro amico felino in nostra assenza?

Ecco i 10 consigli per scegliere un buon cat sitter.

1. Conoscere il gatto

Un buon cat sitter deve dimostrare da subito un interesse reale e spontaneo a conoscere voi e il gatto prima che gli venga affidato l’incarico.

Invitatelo a casa vostra, senza impegno, chiedendo di poter fare due chiacchiere per valutare se tra voi nasce quella fiducia che possa permettervi di affidargli le vostre chiavi di casa per alcuni giorni e, soprattutto, la cura del gatto (o dei gatti).

Da una persona seria mi aspetterei un’accettazione praticamente incondizionata a questo tipo di proposta anche perché un cat sitter serio dovrebbe essere consapevole di quanto per gli stessi felini di casa possa essere confortante entrare in contatto con una persona estranea in presenza degli umani della famiglia.

2. Fornire referenze

Sarebbe importante che un cat sitter fosse in grado di fornire alcune referenze.

Come dirò al punto 3, il fatto che possa aver lavorato per persone che conoscete e che potete interrogare in proposito è già un ottimo vantaggio.

Tuttavia, anche persone che abbiano fatto dei corsi specifici o, ancor meglio, nominativi che vi siano stati forniti dal vostro veterinario di fiducia o da un comportamentalista, sono tutti contatti che è bene vagliare e tenere in considerazione.

Non attenetevi, però, solo alla “carta”, ricordatevi sempre di ascoltare la vostra pancia e di cercare di capire se la persona che avete di fronte ispira fiducia in voi e soprattutto nel vostro micio!

3. Passaparola

Il passaparola è una fonte di contatti di primissima importanza perché consente di considerare il nominativo di una persona basandosi sull’esperienza pregressa che qualcuno ha fatto in precedenza.

4. Comportamento iniziale

Osservate attentamente il comportamento del candidato appena entra in casa: se, alla vista dei gatti, inizia a urlare di gioia, a sbracciare e a rincorrerli per poterli accarezzare beh… saprete già che non è la persona giusta!

Un buon cat sitter deve sapere che ai gatti che non ci conoscono va sempre lasciato il tempo di decidere se e quando avvicinarsi, dimostrando in questo modo che abbiamo rispetto dei loro tempi e di uno spazio, quello della casa, all’interno del quale, in fondo, siamo solo ospiti.

Questo punto è particolarmente importante per chi vive con gatti timidi o timorosi degli estranei.

5. Osservare il cat sitter

Osservate il candidato anche mentre interagisce con il gatto: sa aspettare che questi prenda l’iniziativa o è ansioso di toccarlo, di prenderlo in braccio, di entrare in contatto fisico? Che tono di voce usa, si eccita o riesce a rimanere tranquillo? E il gatto come reagisce? Gli si avvicina sereno o si allontana infastidito dall’invadenza di questa persona?

Questo punto e il precedente sono, per me, i più importanti in assoluto perché vi suggeriscono il modo in cui il cat sitter interagirà con il micio anche in vostra assenza.

6. Non temere i gatti!

Il cat sitter non deve temere i gatti. Sembrerà strano eppure esistono persone che manifestano una sorta di “sindrome da Dr. Jekyll e Mr. Hyde” per cui si offrono come cat sitter per arrotondare ma, intimamente, non si fidano dei gatti che non conoscono.

Cosa succederebbe se, all’improvviso, sorgesse un problema che richiedesse un’interazione massiccia e diretta con il gatto?

7. Diffidate da chi sentenzia

Diffidate da chi sentenzia in maniera non richiesta riguardo le vostre abitudini e la vostra quotidianità: un buon cat sitter non esprime giudizi sulle vostre scelte personali ma, con umiltà e in punta di piedi, vi aiuta a mandare avanti il vostro progetto di vita insieme in attesa che facciate ritorno a casa.

Il rischio che, in vostra assenza, prenda iniziative personali non depone a vantaggio dell’ingaggio.

8. Non perdersi d’animo

In caso di problemi con i gatti (un malessere improvviso, per esempio), un cat sitter non si perde d’animo e sa sempre a chi rivolgersi.

È suo interesse farsi lasciare il recapito del veterinario curante dei mici e dà piena disponibilità a mettersi in contatto con lui/lei nel caso risultasse necessario.

9. I complimenti costano poco

Ricordatevi che i complimenti costano poco: una persona che tesse insistentemente le lodi dei vostri gatti durante il vostro primo incontro potrebbe essere un’entusiasta o potrebbe anche cercare semplicemente di sedurvi perché gli interessa il lavoro ma senza prestare un sentito interesse per i mici.

Sappiate andare oltre le parole e tenere a mente che chi avete davanti dovrà rappresentarvi in vostra assenza.

Ancora una volta, ascoltate la vostra pancia e osservate, se possibile, le reazioni dei mici.

10. Auto-munito

Quest’ultimo punto è forse un po’ marginale ma per esperienza posso dire quanto sarebbe opportuno che il cat sitter fosse anche auto-munito, sempre per avere la garanzia che, in caso di bisogno, sia autonomo nel caricare in macchina il trasportino e portare il gatto dal veterinario.

cat sitter prende confidenza con il gatto

Se il micio teme gli estranei, significa che la scelta del cat sitter è fuori discussione?

Non è detto. Personalmente, mi è capitato spesso di fare cat-sitting per dei gatti che, a detta dei proprietari, sparivano sotto un letto all’arrivo di un estraneo.

Con il tempo e con le visite sono sempre riuscita a farci amicizia, ma con questi mici è fondamentale il punto 4, ovvero che il cat sitter e i proprietari siano consapevoli del fatto che potrebbe servire del tempo e nessuna forzatura prima che il gatto impari a fidarsi.