Diversità è una parola bellissima e carica di valore ma una delle difficoltà maggiori che possiamo incontrare come esseri umani che guardano ai gatti e, in generale, alle altre specie, è comprendere la loro percezione delle cose.
Da un punto di vista genetico e da un punto di vista fisico un essere umano è organizzato e strutturato in maniera molto differente rispetto un micio o un cane o un cavallo o qualunque altro non-umano così come i non-umani tra loro sono estremamente disomogenei gli uni dagli altri.
La differenza esistente tra noi (oppure un gatto) ed un uccello, ad esempio, non è da ricondursi solo alla possibilità o meno di volare, ma rappresenta un concetto molto più profondo che attiene addirittura alla visione del mondo nel suo insieme. Nell’osservare quel che la circonda, la nostra specie viene attratta da cose ed esprime bisogni che individui di altre specie possono ignorare, non necessitare in alcun modo.
Viceversa, un animale non-umano dà sicuramente valore a degli elementi della realtà che per un Sapiens sono pressoché trascurabili.
Si pensi, ad esempio, alla passione sfrenata che molti gatti coltivano per l’erba gatta o per il legno d’ulivo o l’insana attrazione per le scatole di cartone.
A nessuno di noi verrebbe in mente di rotolarsi esaltandosi su una manciata di Nepeta Cataria essiccata, eppure per alcuni gatti rappresenta il non plus ultra dell’eccitazione olfattiva.
Gatti intelligenti… oppure no?!
Non bisogna però pensare che queste differenze siano dovute ad una inferiore intelligenza degli animali e ad una presunta superiorità umana.
Non è vero, cioè che i non-umani percepiscono “meno intelligentemente” la realtà e quindi fanno cose più “stupide”.
A breve, vi spiegherò perché video di gatti come quello che segue e che si intitola Really stupid cats (Gatti veramente stupidi) non vanno mai presi sul serio, ma confinati nello spazio della pura ironia.
Tutto quello che si vede non è sinonimo di stupidità felina ma, spesso, incapacità del video-maker di coglierne il significato etologico.
L’importanza dell’evoluzione
Le cospicue differenze esistenti tra una specie e l’altra sono dovute al percorso che esse hanno compiuto nel corso dei millenni.
Ognuna si è sviluppata e si è diffusa sul pianeta affrontando i problemi che l’ambiente presentava usando strategie diverse e, a loro volta, le soluzioni implementate da ciascuna hanno lavorato come una sorta di “scultore del tempo” in grado di far esaltare certe caratteristiche (anche intellettive) e di levigarne, fino a farle sparire, delle altre.
Come accennato, questo lavoro di modellamento non ha riguardato solo il fisico per cui oggi abbiamo specie a due, a quattro, a otto o centinaia di zampe.
Ha coinvolto anche la psiche, il modo di ragionare, di interpretare la realtà e, di conseguenza, di affrontarla.
Negli anni ’90 sono stati condotti numerosi studi sulle capacità di orientamento dei piccioni nello spazio ed è stato visto che questi animali, spesso considerati alla stregua di lerciume ed invadenza negli spazi cittadini, anche se allevati in gabbia, sono in grado di rientrare nel luogo in cui erano cresciuti anche quando allontanati di 180km e senza aver avuto la possibilità di conoscere il percorso o aver viaggiato in precedenza.
Gli scienziati si sono interrogati lungamente su quale sia la facoltà intellettiva in grado di farli orientare con tale precisione nel giro di qualche giorno ma, al di là delle ragioni tecniche, il punto è che nessun essere umano saprebbe tornare a casa venendo rilasciato in un posto sperduto, sconosciuto, senza punti di riferimento e senza tecnologia di supporto in grado di guidarlo.
Forse è una dote che i primi ominidi potevano avere ma che senz’altro abbiamo perso nel corso dell’evoluzione preferendo aumentare le nostre competenze in termini di trasmissione culturale e di linguaggio.
Le straordinarie qualità del gatto
Gli stessi gatti sono dotati di straordinarie capacità olfattive che, attraverso l’apposizione di particolari molecole nello spazio chiamate ferormoni, consentono loro di comunicare a distanza con i loro simili, senza la necessità di incontrarsi e/o di misurarsi.
Come esseri umani, abbiamo dovuto inventare il linguaggio, la scrittura, il sistema postale, poi il computer e infine gli sms per padroneggiare una capacità equiparabile.
Gli animali non-umani, dunque, non sono affatto inferiori all’uomo in termini intellettivi ma sono senz’altro dotati di qualità differenti e quello che ne risulta è un’immagine della Natura straordinariamente complesso, variegato, multiforme.
La consapevolezza di questa diversità che non è inferiorità ma pluralità del realtà dovrebbe essere alla base di qualunque nostro ragionamento attorno alla nostra relazione con gli animali perché diventa il punto di partenza per comprendere non solo come mai sia importante preservare e tutelarle le specie, ma anche come mai sia fondamentale estendere questo atto di cura a tutto il Pianeta.
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