La medicina comportamentale è una branca della medicina veterinaria che si occupa del benessere psicologico dell’animale.

La FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani) ha stabilito alcuni requisiti che devono essere rispettati per potersi definire veterinari esperti in comportamento.

È stabilito, infatti, che il veterinario comportamentalista debba avere almeno tre anni di esperienza clinica e che abbia frequentato una scuola di specializzazione universitaria, un master universitario di II livello o un corso di formazione teorico-pratico presso una scuola, con superamento di un esame finale (definendo poi i requisiti della scuola).

In alcuni casi il periodo di formazione può essere sostituito dalla partecipazione a convegni specifici, dalla pubblicazione di articoli scientifici sull’argomento o dall’attività didattica.

Attualmente, esistono master universitari nelle città di Pisa, Parma, Teramo e Milano.

Quando ci si rivolge a un veterinario comportamentalista?

cane-abbaia-alla-reteIl veterinario comportamentalista interviene quando i proprietari si trovano di fronte ad atteggiamenti e comportamenti problematici che possono compromettere la salute del cane (o di altri) e il benessere della loro relazione.

Il compito del veterinario è quello di effettuare una diagnosi, quindi stabilire l’eventuale presenza di una patologia o di una deriva comportamentale, stabilire una prognosi, cioè individuare gli obiettivi e i tempi plausibili e disporre una terapia riabilitativa.

Capita spesso (e dovrebbe essere così sempre) che il veterinario collabori con uno o più istruttori cinofili che si occuperanno di predisporre il percorso riabilitativo sul campo.

Il ricorso alla terapia farmacologica, infatti, dovrebbe essere effettuato solo in casi veramente gravi (che verranno stabiliti dal veterinario), sapendo che non potrà essere utilizzata per sempre e che sarà completamente inutile se non affiancata da un percorso.

Come lavora un veterinario comportamentalista

comportamnetalista per cane in casaDopo essere stato contattato dal proprietario, il veterinario comportamentalista predispone una visita di valutazione per stabilire la presenza, o meno, di una deriva o di un disagio.

Questa visita può essere realizzata con tempistiche e modalità diverse da cane a cane, e dovrebbe essere effettuata sempre in sinergia con un istruttore.

Durante il primo contatto telefonico il veterinario raccoglierà delle informazioni per poter stabilire dove e come incontrare il cane il base al comportamento descritto e a quali indizi debbano essere valutati.

Nel caso in cui si voglia valutare il comportamento del cane nel suo ambiente, la gestione quotidiana e gli atteggiamenti della famiglia nei suoi confronti, la visita verrà effettuata a domicilio.

Questa situazione è forse la più pericolosa per il veterinario e l’istruttore perché, entrando nella sua casa, diventano uno stimolo emotigeno per il cane, con il rischio di provocare una reazione o comunque di modificare il suo comportamento normale.

Questa potrebbe essere la soluzione adatta per un cane diffidente, che ha difficoltà ad uscire di casa e conoscere spazi nuovi.

veterinario comportamnetlaista cane nel recintoNel caso in cui invece si voglia osservare il cane in un ambiente neutrale, in cui si possa esprimere in un ambiente controllato e sicuro (sia per il cane che per gli altri), l’incontro sarà organizzato in un campo recintato.

Ad esempio, se la famiglia definisce il proprio cane territoriale e possessivo, sarà utile organizzare il primo incontro fuori di casa, evitando così rischi di incidenti, ma in uno spazio che non susciti quelle motivazioni.

Purtroppo, troppo spesso la visita viene effettuata per comodità nell’ambulatorio del veterinario. In questo caso il comportamento del cane potrebbe subire un’alterazione e quindi falsare la valutazione, provocando, tra l’altro un forte stress per il cane.

Durante la visita il veterinario provvederà a realizzare l’anamnesi del cane e raccoglierà, quindi, informazioni riguardo la storia del cane, la struttura e la sistemica del gruppo familiare, i disagi lamentati dalla famiglia, l’ambiente dove vive e il suo sviluppo comportamentale.

Prima di ricorrere ad una visita del veterinario comportamentalista, in ogni caso, è doveroso sottoporre il cane ad un controllo generico, in modo da escludere l’eventuale presenza di patologie fisiche che possano indurre il cane a mettere in atto il comportamento lamentato dal proprietario.