Si sente spesso parlare del fatto che i cuccioli di cane debbano stare (anche per legge) almeno 60 giorni dalla nascita insieme alla madre.
Ma perché è così importante?
Cani si nasce, ma anche si diventa
È vero, verissimo, che un cane nasce cane.
Il suo patrimonio genetico definisce l’appartenenza alla specie, non ci piove. Però, come per tutti i mammiferi, è altrettanto vero che un cucciolo di cane ha bisogno di un preciso apprendistato per diventare a tutti gli effetti un soggetto con una propria identità, capace di inserirsi nelle relazioni sociali.
Come per tante altre specie animali, un cucciolo, alla nascita, presenta solo alcuni abbozzi comportamentali, che vanno poi completati all’interno della relazione con i parenti più prossimi, per poter essere adeguati e riconoscibili da parte dei conspecifici.
Appena nato, ancora non sa comunicare in modo corretto, non ha competenze di approccio e interazione, non conosce le regole sociali e così via.
Proprio per questo motivo, si parla di “età evolutiva” riferendosi ai primi due anni di vita circa di un cane, una sorta di periodo giovanile durante il quale il cucciolo sviluppa il suo profilo comportamentale in base alle esperienze che vive.
La mamma accompagna il cucciolo nelle varie tappe
Recenti studi hanno dimostrato che già nel corso della gestazione il feto può apprendere tramite la madre, soprattutto a partire dal 40° giorno.
Se si accarezza il fianco della madre, lei rilassa la parete uterina e il cucciolo familiarizza con la mano dell’uomo.
Ovviamente, è soprattutto dopo la nascita che il cucciolo intraprende il suo percorso di sviluppo comportamentale.
Durante le prime due settimane di vita, il cucciolo si affida completamente alla madre.
Infatti, ancora non è in grado di camminare, è sordo e cieco, non sa mantenere la temperatura corporea, non è in grado di evacuare da solo.
Già dalla terza settimana di vita, però, inizia il processo di attaccamento, che crea un legame mamma-cucciolo essenziale per permettere al secondo di sentirsi tranquillo nella sua esplorazione del mondo, sapendo di poter contare su una base sicura.
A partire dalla quarta settimana, infatti, il cucciolo inizia a conoscere davvero il mondo e fare tesoro delle esperienze che vive.
Questo è un momento fondamentale ed è importante che la curiosità innata del cucciolo di cane sia favorita dalla presenza della sua base sicura.
La madre, in questa fase, non solo accoglie e protegge il cucciolo, ma sostiene tutto il suo processo di socializzazione nei confronti del mondo.
In questo periodo, la sua presenza è fondamentale: il cucciolo per esplorare deve sentirsi sicuro e se la mamma venisse a mancare in questa fase, al cucciolo verrebbe seriamente compromessa la capacità esperienziale.
La mamma come modello
Viene da sé capire come la permanenza per almeno due mesi con la madre sia la migliore garanzia per avere un cane equilibrato.
In questi primi due mesi, il cucciolo ha bisogno di una presenza riconoscibile e dedicata, cui solo la madre sa assolvere attraverso il suo intervento coerente e puntuale, capace di incentivare certi atteggiamenti, correggerne altri e deprimerne altri ancora.
La madre è una fonte importante di informazioni: il fatto di possedere la medesima forma fisica, consente di attivare strutture neurali d’immedesimazione e d’imitazione, i cosiddetti neuroni specchio, che consentono alla madre di fungere da modello semplicemente realizzando le sue attività ordinarie.
Il cucciolo introietta in modo passivo ritmi e abitudini della madre e cerca di imitare in modo attivo i vari comportamenti che lei mette in atto durante il giorno.
Attraverso l’interesse della madre rispetto a situazioni o oggetti, alcune cose assumeranno un’importanza maggiore rispetto ad altre: se la mamma darà attenzione ad un giocattolo, anche il cucciolo lo preferirà agli altri.
Inoltre, le emozioni che lei prova di fronte ad un evento, danno al cucciolo un significato per ciò che accade: se la mamma sarà felice di incontrare gli umani che entrano in casa, il cucciolo assegnerà un valore positivo alla loro presenza.
La mamma come educatrice
La madre, tuttavia, non è solo un modello, ma interviene direttamente nella cucciolata con finalità educative.
Ci sono alcune regole che vuole che il suo cucciolo apprenda, come la giusta misura del morso.
Infatti, interviene in modo preciso tutte le volte che i cuccioli, giocando, esagerano e fanno del male ad un fratello, con il fine di insegnare loro il controllo della forza.
Inoltre, detta delle regole sociali molto importanti, come:
- La capacità di rassegnarsi e gestire la frustrazione;
- Il rispetto dei ruoli all’interno del gruppo, ad esempio attendere il permesso della madre prima di avvicinarsi alla ciotola del cibo;
- Avere capacità di autocontrollo e non reagire sempre in modo impulsivo;
- Riuscire a concertarsi con l’altro, non agire in modo diretto ed individuale ma cercare sempre un’intesa con il resto del gruppo;
- Comunicare nel modo corretto, come esprimere all’altro le proprie intenzioni ed attendere la sua risposta prima di entrare in interazione.
In conclusione
Alla luce di tutto questo, possiamo affermare che sia un diritto del cucciolo rimanere con la madre per i primi due mesi di vita.
Un cucciolo che non abbia avuto questa possibilità potrà presentare seri problemi di interazione, non solo riguardo gli altri cani, ma anche nei confronti dell’essere umano.
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