Per riuscire a comprendere davvero i nostri amici e favorire la comunicazione del cane con noi e gli altri, un’importanza particolare va data all’osservazione e il rispetto di spazi e distanze, che per il cane hanno un altissimo valore comunicativo.

Come il cane interpreta le distanze

Anche noi umani, che basiamo la comunicazione prevalentemente sul verbale, prestiamo molta attenzione all’organizzazione nello spazio.

Ad esempio, quando saliamo su un ascensore, ci posizioniamo all’angolo opposto della persona presente; se le persone sono due cercheremo un angolo libero e così via, fino all’ultima persona costretta a stare in mezzo a tutti.

A nessuno piace che il proprio spazio privato venga invaso da sconosciuti e solo alle persone con cui c’è più confidenza è concesso il contatto fisico.

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Anche i cani prestano molta attenzione al rispetto e all’utilizzo dello spazio.

Lo spazio che circonda il cane si può dividere in quattro zone concentriche, ognuna delle quali è destinata ad un certo tipo di relazione ed individua un diverso grado di complicità e affiliazione.

  • La zona pubblica: è quella che si individua quando non c’è nessun contatto diretto tra i soggetti. La vediamo quando due cani che camminano non cercano di avvicinarsi per annusarsi, ma continuano lungo la loro strada. È importante che il proprietario non disabitui il proprio cane ad utilizzare questa zona costringendolo ad andare a conoscere tutti i cani che incontrano lungo (e anche in largo) il loro tragitto.
  • La zona sociale: quando, invece, due cani che non si conoscono si avvicinano, si annusano e poi si allontanano siamo entrati nella zona sociale. All’interno di questa, quindi avvengono gli incontri formali, ed è anche quella in cui si possono avere delle incomprensioni, proprio a causa della distanza ridotta. Bisogna muoversi con attenzione all’interno di questa zona perché ci vuole un niente (come allungare un braccio) per passare alla zona individuale.
  • La zona individuale, infatti, viene concessa agli amici con i quali sia ha una certa confidenza e il contatto fisico è concesso, soprattutto durante il gioco. Questa distanza rappresenta una sorta di spazio di sicurezza, una bolla immaginaria all’interno della quale il cane si sente al sicuro e che quando viene invasa da un estraneo può scatenare delle reazioni (positive o negative che siano).
  • Infine c’è la zona intima, che come può suggerire il nome è la zona destinata ai partner (canini e umani) ed è caratterizzata da un profondo contatto fisico, come dormire uno sopra all’altro.

A quali ambiti deve prestare attenzione un proprietario

Gli spazi del cane, soprattutto in zone urbane, vengono invasi continuamente durante il giorno.

È soprattutto nelle situazioni più caotiche che il proprietario dovrebbe imparare a tutelare il proprio cane, conoscendo quelli che sono i suoi spazi e aiutandolo a fare in modo che vengano rispettati.

Ad esempio, una passeggiata urbana obbliga i cani ad incontrarsi in spazi che possono essere molto stretti, come i marciapiedi. Se due cani fossero liberi, in uno spazio grande, si avvicinerebbero tra loro compiendo una curva ampia e avrebbero la possibilità di allontanarsi nel caso l’incontro non fosse particolarmente gradito.

Sul marciapiede e a guinzaglio, invece, questa coreografia è tanto più limitata quanto è stretto lo spazio, fino ad arrivare ad incontri in cui due cani vengono costretti dai proprietari a passare a poche decine di centimetri l’uno dall’altro, obbligandoli ad un testa contro testa e limitando molto la comunicazione del cane.

In questi casi, sarebbe meglio cercare di allargare il più possibile lo spazio d’incontro o, se non è possibile, attraversare la strada rimandando il loro incontro a quando si troveranno in un contesto adeguato, più liberi di muoversi.

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Anche la scelta di uno spazio adeguato in cui chiedere al cane di rimanere tranquillo al nostro fianco è importante.

Se andiamo al bar, al ristorante o in un altro locale pubblico, è opportuno evitare che il nostro cane si trovi in un punto di passaggio, in modo che non venga infastidito dal via vai incessante di persone o possa essere d’intralcio (con il rischio che lo pestino e gli facciano male).

Ma questo accorgimento, in realtà, andrebbe preso anche nel caso ci fermassimo su una panchina o in qualsiasi posto con passaggio di persone e/o cani. Un cane, infatti, potrebbe decidere di andare in protezione del suo spazio o non riuscire a rilassarsi per il troppo passaggio.

Un ultimo esempio, sempre riferito al contesto urbano, potrebbe essere la presenza di una qualsiasi forma di disagio o timore per il nostro cane.

Se il cane si blocca perché vede una persona, un cane o un oggetto che lo spaventano, non andrebbe mai forzato a passarci accanto.

Possiamo invece aiutarlo posizionando il nostro corpo tra lui e la fonte della preoccupazione, aumentare un po’ la distanza e prenderla più larga.

Quale deve essere l’obiettivo del proprietario

L’obiettivo di un proprietario dovrebbe comunque essere, oltre alla tutela del cane dalle invasioni eccessive, quello di renderlo in grado di affrontare ogni situazione in maniera positiva al fine di ottenere la sua corretta integrazione all’interno della società umana.

Per ottenere questo, è necessario abituare il nostro cane ad una maggior tolleranza rispetto le continue invasioni che subisce quotidianamente.

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Per raggiungere questo obiettivo il proprietario dovrà imparare ad osservare i segnali alla base della comunicazione del cane e cercare di lavorare sempre sotto la soglia di reazione, ovvero cercando di non provocare il comportamento indesiderato.

Ad esempio, se sappiamo che il nostro cane abbaierà al suo nemico che vive dietro un cancello lungo la strada quando si trovano muso a muso, possiamo provare a metterci sull’altro lato della strada e iniziare a valutare a quale distanza lo stimolo diviene punto di interesse.

Se inizierà ad abbaiare a 2 metri dal cancello, all’inizio lavoreremo a 2 metri e dieci centimetri, premiando molto il cane se non reagisce e mantenendo la sua attenzione su di noi. Poi ci sposteremo a 2 metri e così via.